lunedì 23 febbraio 2015

LABORATORIO DI ARTE EGIZIA

 Stamattina è venuta Orietta, un'archeologa che ci ha fatto fare un laboratorio sull'arte Egizia.  
 Ci ha spiegato che i pittori egiziani lavoravano in un luogo buio cioè nelle tombe. Per pitturare usavano i pennelli uguali ai nostri solo che la parte di ferro era di corda vegetale.
Gli Egizi per colorare non usavano le tempere, ma usavano delle polverine colorate mischiate nell'acqua; per fare il bianco usavano il bianco d'uovo. 
 Per fare i colori Orietta ha preso un po' d'acqua ,poi l'ha versata in un bicchiere e infine ha aggiunto i  colori che usavano gli egizi e così  ha  ottenuto il colore desiderato.
 Prima di disegnare la scena Orietta ci ha detto che dovevamo fare i quadretti sui nostri pannelli. Dovevano essere 6x6 cm e ci ha detto che gli Egizi, per fare le linee verticali, usavano il piombino: un filo con attaccato alla sua estremità un pezzettino di piombo. Il filo di piombo rimane dritto e faceva fare le linee verticali, perchè il pezzo di piombo lo faceva rimanere dritto.

Noi però non abbiamo potuto fare le righe con il piombino perchè se no ci portava via troppo tempo, quindi le abbiamo fatte con il righello.

Dopo aver disegnato le figure sul pannello abbiamo colorato con i colori che Orietta ci ha preparato aggiungendo dell'acqua.
I pittori egizi disegnavano gli uomini con la faccia di profilo come le gambe e i piedi, invece il corpo è girato dritto. E' una posizione scomodissima! Loro li disegnavano così per far vedere più dettagli possibile.

Gli Egizi, per far capire che gli uomini o gli animali erano distanti al posto che farli più piccoli li mettevano uno sopra l'altro, quindi il dipinto più alto era il più lontano..
I dipinti che abbiamo copiato si trovano al Museo Egizio di Torino e sono stati ritrovati in una tomba.

Questo laboratorio ci ha fatto imparare molte cose sull'arte Egizia. Abbiamo anche imparato che gli Egizi disegnavano e pensavano in modo diverso da noi.
 

venerdì 20 febbraio 2015

BUSY BEES

Dopo l'incontro con Federico, è iniziato il nostro percorso di lavoro e scoperta del mondo delle api.
Durante la lezione di inglese, abbiamo provato a scrivere, tutti insieme, un testo scientifico...


HONEY BEES

THE BEES ARE INSECTS.
BEEHIVES
THEY LIVE IN A BEE-HIVE
IN A BEEHIVE THERE ARE:
ONE QUEEN,
50/100 DRONES AND 30.000 WORKERS.
THE QUEEN LAYS EGGS INTO EXAGONAL HONEYCOMB.
THE DRONES ARE THE MALE BEES.
THE WORKERS CLEAN, FEED, BUILD, FAN, GUARD AND FORAGE.
A BEE COVERED IN POLLEN
THE BEES TAKE POLLEN FROM FLOWER TO FLOWER.
WITH POLLEN, THE BEES MAKE BEESWAX.
WITH NECTAR, THEY MAKE HONEY.

BEESWAX

A BEE IS SUCKING NECTAR

A JAR OF HONEY






















DISCOVER THE LIFE OF A WORKER BEE

domenica 15 febbraio 2015

LE API

Ieri Federico, un esperto degli insetti, è venuto a scuola a parlarci delle api.
Tipi di api
Ci ha spiegato che esistono tanti tipi di api. Esistono i fuchi che sono le api maschio e hanno il compito di fecondare le uova dell'ape regina. Le api operaie che non fanno altro che lavorare. La loro vita dura circa trenta giorni e mentre vivono svolgono, uno dopo l'altro, cinque compiti: puliscono le cellette, producono la cera, costruiscono le
cellette, fanno la guardia al nido ed infine vanno a cercare il cibo per tutti. L'ape regina sa solo misurare le cellette e fare le uova.
Linda, Gabriele, Eric

La comunicazione
Il premio Nobel Carl Von Frisch
Le api comunicano anche fra di loro e per farlo fanno una danza. A scoprirlo è stato uno scienziato Carl Von Frisch che ha vinto il premio Nobel per questa scoperta.
Carl Von Frisch aveva provato a mettere una vasca di nettare a distanza di 50 metri dall'alveare delle sue api e si è messo ad osservarle. Ha visto che un'ape si muoveva intorno alle altre formando un cerchio e sbattendo le ali, questo voleva dire che il cibo era vicino. Questa danza si chiama "danza circolare". Poi ha provato a mettere a distanza di 300 metri la ciotola con il miele e osservando ha visto che l'ape ha cambiato danza: si muoveva

formando un otto, questo tipo di danza si chiama "danza dell'addome" perché l'ape, mentre fa questa danza, muove l'addome. Se un fiore è vicino muove l'addome più velocemente, se il fiore è più lontano muove l'addome più lentamente.
Noemy e Aida

Nettare e polline
Le api vanno sul fiore e succhiano il nettare, intanto la polverina, chiamata polline che si trova su tutti i fiori si appiccica sul suo corpo. L'ape, sulle sue zampe posteriori, ha delle spazzole che le servono per pulirsi e quindi per raccogliere il polline che si trova sul suo corpo.
Chiara, Ilaria e Alice

La vita delle api
Un'ape per i primi quattro giorni di vita pulisce la stanzetta dove è nata e poco a poco anche le altre: ape spazzina.
Dopo il quarto giorno fa la cera con delle ghiandole speciali: ape ceraiola.
In seguito diventa murattrice, cioè costruisce le cellette con la cera.
Dopo pochi giorni diventa guardiana e protegge l'ape regina e l'alveare. Infine diventa bottinatrice cioè raccoglie il cibo, il nettare. Alcune api diventano ancelle cioè aiutano la regina in tutto.
Le api murattrici costruiscono le cellette con la cera e un po' di miele. Le costruiscono esagonali perché almeno risparmiano la cera.
Giovanni, Lorenzo, Leonardo, Samara

La nascita delle api

L'ape regina depone le uova all'interno delle cellette (1) e dall'uovo si forma una larva. Il terzo giorno le api operaie danno alla larva una goccia di pappa reale (2) e gli deve bastare per i ventuno giorni all'interno della celletta. Durante i giorni che la larva si trova nella celletta avviene la sua trasformazione e diventa un'ape. Invece l'ape regina ha quasi lo stesso procedimento ma ogni giorno riceve una goccia di pappa reale così il suo addome cresce di più. Quando l'ape regina nuova è nata se ne va con un gruppo di api e l'altra ape regina vecchia, dopo un po', muore con le api che erano rimaste con lei.
Alessandro e Francesco 

La sopravvivenza delle api in inverno
Le api, in inverno, per sopravvivere si mettono tutte compatte per tenersi caldo. Le api, che si trovano all'interno della massa, fanno cambio con quelle che sono all'esterno. Le api che stanno
all'esterno vanno a prendere del cibo da portare all'interno. Al centro della massa di api si trova l'ape regina e la temperatura all'interno sale fino a 37 gradi centigradi. L'ape regina rimane sempre al centro della massa e quindi non può mai aver freddo.
Andrea e Giulia

Vita dell'ape regina
L'ape regina è un'ape molto importante per l'alveare, altrimenti, se non ci fosse, non nascerebbe nessuna ape e l'alveare andrebbe al collasso. L'ape regina ha una forma diversa dalle altre api:
- corpo più lungo
- corpo più stretto
- ha gli occhi quadrati.
Quando le api operaie vedono che la regina è vecchia vanno in una celletta e versano pappa reale  ogni giorno alla larva, così la nutrono di più. La larva diventerà ape regina.
Il compito dell'ape regina è di fare le uova, quando in un alveare ne nasce una, una parte delle api operaie segue la nuova ape regina e si trasferisce in un altro alveare. In ogni alveare ci può stare solo un'ape regina.
Giulia P. Leonardo e Matteo

L'intervento di Federico è stato molto interessante anche perché ci ha fatto vedere molte immagini che ci hanno fatto capire meglio la vita delle api. 

 VISTE DA NOI










venerdì 13 febbraio 2015

M'illumino di meno 2015

Anche noi aderiamo a "M'illumino di meno"...
Cantate con noi l'inno dell'edizione 2015

ECCO IL TESTO PER CANTARE INSIEME
Non sono passati nemmeno cent’anni
Da quando al fiume lavavano i panni
Oggi per fare un lavoro pesante si pigia un pulsante e si aspetta però
Serve energia e siamo sette miliardi
E per evitare che sia troppo tardi
Anche se a volte sembriamo un po’ ciechi ridurre gli sprechi davvero si può
Se lasci una stanza puoi spegner la luce
Sbrina quel freezer se non ti dispiace
Quando la tele ti fa la lucina se stacchi la spina lei scomparirà
Se entra dell’aria da quella fessura
Si abbassa troppo la temperatura
Basta una tenda, uno straccio, un calzino se messo a modino più caldo farà M’illumino meno ma non me la meno che almeno di meno inquinato sarò M’illumino meno ma non me la meno che almeno il pianeta non va a ko M’illumino meno ma non me la meno che almeno di meno inquinato sarò M’illumino meno ma non me la meno e tu dammi una mano
Andare a piedi fa bene al tuo cuore
Scendi dall’auto e spegni il motore
Se camminando poi incontri un amico, sai cosa ti dico, che gli offri un caffè
E chiaccherando di questo e di quello
Lui ti racconta che ha messo un pannello
“Per la corrente e per l’acqua bollente consumo di meno e produco da me”
Sai che il petrolio non dura in eterno
Ma per non scendere fino all’inferno
Basta una buca non molto profonda ci metti una sonda che ti aiuterà
Mentre il futuro diventa solare
Usando i led si può risparmiare
E se il messaggio non è stato chiaro riparto col coro e più chiaro sarà M’illumino meno ma non me la meno che almeno di meno inquinato sarò M’illumino meno ma non me la meno che almeno il pianeta non va a ko M’illumino meno ma non me la meno che almeno di meno inquinato sarò M’illumino meno ma non me la meno e tu dammi una mano e il domani amerò
i Panda in Pigiama

lunedì 9 febbraio 2015

IMPARIAMO A LEGGERE LE CONSEGNE

Ci siamo accorti che tante volte chiediamo aiuto alla maestra perché non capiamo la consegna. Per questo abbiamo fatto delle attività a piccolo gruppo e tutti insieme..
Ciascun gruppo ha ricevuto una consegna e noi dopo averla letta e discussa dovevamo scrivere cosa avevamo capito, cosa secondo noi si dovevamo fare di fronte a quella consegna.
Poi insieme ai nostri compagni abbiamo discusso su cosa avevamo scritto e abbiamo scoperto che per capire bene dobbiamo:
farci delle domande
leggere attentamente
cercare i verbi (le azioni)
capire cosa dicono di fare
se non capisco la consegna rileggo
fare attenzione a tutte le parole perché tutte sono importanti
mentre svolgo l'esercizio mi faccio delle domande.
E' stato un lavoro molto interessante, adesso  quando leggiamo le consegne le capiamo di più è stato soprattutto un lavoro basato sulla discussione.

SULL'IMMONDIZIA...

Martedì 3 febbraio, dopo l'intervallo, è venuta a scuola un'esperta dell'Acea di nome Francesca. Ci ha spiegato delle cose sugli oggetti elettronici e ci ha detto che questi non si buttano nei cassonetti della spazzatura ma nell'ecoisola che è un posto in cui si porta la spazzatura che non si può buttare da nessuna altra parte. Ci ha anche dato alcune informazioni sui cassonetti: il cassonetto della carta è giallo, quello della plastca e dei metalli è bianco, quello del vetro è verde mentre quello dell'indifferenziato è grigio. Esiste anche quello dell'umido che p marrone ed è più piccolo degli altri perchè il camion della spazztura passa più spesso perchè se no puzza. Dopo aver parlato un po' ci ha fatto fare un gioco in cui dovevamo osservare un oggetto e dovevamo scrivere su un foglio quali imballaggi possedeva e di che cosa erano fatti. Poi dovevamo buttarli nel cassonetto giusto. In seguito ci ha fatto scrivere delle frasi su quello che avevamo detto su un grande cartellone intitolato "Occhio all'imballaggio" perchè prima di buttare l'immondizia è molto importante controllare qual è l'imballaggio per scegliere il cassonetto giusto. Infine abbiamo costruito delle scatolette con la carta riciclata. E' stato tutto molto interessante.

LEZIONI DI PALLAVOLO

Quando abbiamo iniziato Minivolley è stato bellissimo! La prima lezione abbiamo fatto solo esercizi, la seconda abbiamo imparato a fare i palleggi, la terza il bagher, la quarta la battuta e la quinta abbiamo fatto una partita.
In una lezione abbiamo giocato al fantasma. Se uno veniva preso dal fantasma doveva sedersi. Poi, se qualcuno prendeva il fantasma, quelli seduti erano liberi. Una volta abbiamo giocato con due palle, una gialla e una rossa, quella gialla serviva per giocare a pallavolo e doveva sempre passare sopra la rete, invece quella rossa doveva passare sotto la rete e le regole erano quelle di palla prigioniera. Ogni volta che entravamo in palestra bisognava fare un saluto gridando: "Un due tre siamo tutti con te". Per ogni lezione c'era da divertirsi, perchè l'allenatore è molto divertente. Prima di uscire dalla palestra bisognava fare di nuovo il saluto.

TEATRO CHE PASSIONE!


Venerdì 30 gennaio siamo andati a teatro a vedere la fiaba di Rosaspina. C'erano due attori che interpretavano il re e la regina. All'inizio dello spettacolo c'erano due pupazzi in un baule che raccontavano la storia in sintesi. La regina e il re avevano invitato sette fate ma l'ottava si è arrabbiata perchè non l'avevano invitata, quindi ha fatto una maledizione alla bambina che a 15 anni si sarebbe punta con un dito con una rosa e si sarebbe addormentata per cento anni. Poi un cavaliere è arrivato nel castello e l'ha baciata e lei si risvegliò. La storia era rappresentata dal punto di vista del re e della regina che prima aspettavano una figlia che non arrivava mai e che poi cercano di proteggerla dalla maledizione ma quando la lasciano una volta da sola lei si punge con una rosa. In scena gli oggetti erano quasi tutti fatti di lana. Lo spettacolo ci è piaciuto molto anche perchè c'erano dei suoni (il rumore del vento) e degli oggetti molto belli.

venerdì 6 febbraio 2015

LA PANIFICAZIONE

Intervento del papà di Noemy                                                                                                                         28/10/2014
LA PANIFICAZIONE
Ieri è venuto a trovarci in classe il papà di Noemy, perché lui di mestiere fa il panettiere/pasticcere.
Ci ha spiegato alcuni processi della panificazione e ci ha parlato delle diverse farine che usa nel suo lavoro.
Il papà di Noemy lavora di notte perché così il pane lievita meglio, resta più a lungo morbido e buono da mangiare. Per questo va a dormire verso le 21 e si sveglia a mezzanotte per iniziare a lavorare.
Sergio ci ha spiegato che per fare il pane servono farina, acqua, lievito e sale; l'impasto deve essere messo dentro dei contenitori particolari chiamati “mastelli ” che a loro volta verranno messi dentro ad una cella di lievitazione impostata a 28°/30°perché se non lievita, il pane è duro ed immangiabile.
Per preparare il pane ed altri impasti si possono usare diversi tipi di farina che cambiano nome a seconda di quanto sono state raffinate. La macchina che macina il grano e lo trasforma in farina si chiama raffinatrice.
Ci sono farine forti e farine deboli.
la forza di una farina si indica con W: questo simbolo indica la capacità della farina di resistere alle lunghe lievitazioni, agli stress meccanici e all'indebolimento a cui i grassi e gli zuccheri sottopongono il glutine.
Fino a 170 W (farine deboli): Farine per biscotti, cialde, grissini, piccola pasticceria. Assorbono circa il 50% del loro peso in acqua.

Da 180 ai 260 W (farine medie): Farine per impasti lievitati che necessitano di una media quantità di acqua (o altri liquidi) come pane francese, all’olio o alcuni tipi di pizza. Assorbono dal 55%-65% del loro peso in acqua e sono quelle più usate comunemente in pizzeria.

Da 280 ai 350 W (farine forti): Farine per impasti lievitati che necessitano di una elevata quantità di acqua (o altri liquidi) come babà, brioches, pasticceria lievitata naturalmente e pizza. Assorbono circa il 65% 75% del loro peso in acqua.

Oltre i 350 W (farine speciali): Farine prodotte con grani speciali, soprattutto Americani, Canadesi (come la Manitoba) usate per rinforzare le farine più deboli o per produrre pani particolari. Assorbono fino al 90% del loro peso in acqua.


FARINA INTEGRALE ricca di crusca è raffinata una sola volta
FARINA TIPO 2
ha un colore grigio; viene tolta la crusca e passa una seconda volta nella raffinatrice
FARINA TIPO 1

FARINA 0

FARINA 00 è la farina che è stata più volte raffinata ed è la meno ricca di nutrienti
Il pane integrale è quello che fa meglio al nostro corpo perché è il più naturale; per lievitare ha bisogno di circa 6 ore.
Per fare il pane, si può utilizzare il lievito di birra o il lievito madre. Per preparare l'impasto, servono 1 parte di farina e ½ di acqua: es. per 100 grammi di farina metto 50 grammi di acqua.
Panetto di lievito madre
Il lievito madre è un miscuglio di acqua e farina che, se viene lasciato riposare all'aria aperta, diventa acido. Il LIEVITO MADRE è un lievito naturale.
Per aiutare questo impasto a diventare lievito, si può aggiungere uno “STARTER”, come un po' di mela grattugiata che contiene zucchero che piace ai saccaromiceti. I saccaromiceti trasformano gli zuccheri in alcool e anidride carbonica che fa gonfiare l'impasto. Se annusi il lievito madre senti un certo profumo acidulo.
Operazione di "rinfresco" del lievito madre
Il lievito deve restare ad una temperatura costante di 22/24 gradi. Se dopo due giorni, il composto è triplicato significa che i microorganismi nell'impasto stanno lavorando. Il lievito madre va poi mantenuto vivo con un RINFRESCO: ogni giorno vanno aggiunti acqua e farina all'impasto. L' impasto va pesato e si deve rinfrescare mescolandolo con pari peso di farina e la metà di acqua (100 g pasta madre - 100 g farina - 45-50 g di acqua ).
Sergio controlla la  "maglia glutinica"
La BIGA è un impasto fatto con lievito di birra, farina e acqua preparato il giorno prima per la panificazione. Ha bisogno di 18 ore di lievitazione. Esempio: 1 Kg di farina, 450g di acqua e 10 g di lievito di birra.
Per far cuocere il pane, il forno deve essere acceso in anticipo e portato a una temperatura di 220°/240°.
Sergio ci ha detto che lavorare il pane di notte, facendogli fare una lunga lievitazione, permette di avere un pane morbido e buono più a lungo.
La MAGLIA GLUTINICA si forma quando l'impasto ha raggiunto una consistenza abbastanza elastica che gli permette, se tirato, di restringersi nuovamente come se fosse un elastico.
Il PUNTO PASTA invece lo stabilisce il panettiere: è lui che guarda l'impasto e decide che è pronto per essere modellato e infornato.
La PANIFICAZIONE MISTA la si fa usando sia lievito di birra che lievito madre e questo rende il pane morbido più a lungo.

Facciamo qualche ricerca su...

COS'E' IL LIEVITO?

Panetto di lievito di birra
Il lievito è un organismo unicellulare, che si riproduce dividendosi e creando copie di sé stesso. Il suo nutrimento sono gli zuccheri più semplici (quelli fermentabili) e si sviluppa sostanzialmente in tre fasi:
Respirazione: il lievito utilizza l’ossigeno disciolto nel mosto per immagazzinare energia per la futura attività e riproduzione – questa fase dura da 2 a 24 ore
Fermentazione: le cellule di lievito si riproducono molto velocemente (la popolazione raddoppia ogni 20 minuti) e metabolizzano gli zuccheri, trasformandoli in alcol etilico ed anidride carbonica – la fase di fermentazione dura in genere dai 3 ai 6 giorni

Sedimentazione: quando sono stati consumati quasi tutti gli zuccheri il lievito comincia a sedimentare per mancanza di          cibo sul fondo del fermentatore – fase di 1 – 2 giorni